“Il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata è un atto “gravissimo”. Eravamo già in campo contro questo provvedimento quando era circolata una prima bozza, ma adesso ci aspettano 11 mesi di mobilitazione, perche da gennaio 2024 le Regioni potranno fare accordi con questo governo sulle materie concorrenti”. Così il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, sul ddl Calderoli, al centro del focus che ha aperto la seconda giornata del congresso regionale della Cgil alla Stazione Marittima.

“Ci sarebbe piaciuto – ha detto Ricci, commentando l’assenza del presidente della Campania – sentire la voce di De Luca sul giusto cambio di direzione dopo l’incontro con Calderoli nel quale fu prefigurato un accordo su 7 materie tra le 23 previste e che, pochi giorni dopo, ha smascherato il vero pensiero di Calderoli e della Lega che, fin dalla sua fondazione, ha puntato sull’autonomia del Nord”.

“A questo punto – secondo Ricci – è importante una mobilitazione che sollevi le coscienze e che coinvolga forze sociali, forze politiche, istituzioni. Raccogliamo con favore l’idea del governatore Emiliano che lancia un appello ai parlamentari eletti nel Sud, per costruire un fronte comune. La Costituzione va difesa, il Parlamento deve tornare ad avere il ruolo che gli compete. Vedremo quanti alleati saranno dalla nostra parte, contro ciò che è stato sancito ieri”.

“In apertura di congresso – ha concluso Ricci – abbiamo parlato di crisi industriali, sanità, vivibilità, abbiamo sentito Bonaccini ed Emiliano, presidenti delle uniche due Regioni per hanno un piano per il lavoro e per l’ambiente, che si sono collegati on line pur di partecipare al dibattito. Quando il presidente De Luca ci ha chiamato per la manifestazione della pace, la Cgil c’era, quando ha convocato l’assemblea del mondo della scuola, la Cgil c’era. Il presidente De Luca, con la sua assenza, ha perso un’occasione per dire la sua”.

“Questo disegno di legge non lo condividiamo, sia per i contenuti che per i tempi, crediamo che questo sia il momento di ricucire il Paese e non di allargare i divari e di pensare che l’Italia possa competere per singole Regioni”. Così la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

“Oltretutto – ha aggiunto – chiederemo al Governo di dare valore a quella parte della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte ai diritti fondamentali, e quindi no all’autotomia differenziata, bisogna ripristinate quei diritti di cittadinanza, utilizzando le risorse necessarie per garantire sanità, istruzione e lavoro, non solo nel Mezzogiorno, ma nelle tante aree interne di questo Paese. Deve essere chiaro – ha concluso Fracassi – l’Autonomia differenziate non penalizza solo il Sud”.