“Il 12 dicembre scorso, dopo mesi e mesi di discussione su come salvaguardare la SAPNA, la società partecipata della Città Metropolitana di Napoli, fondamentale nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e in particolare nella gestione degli impianti, i sindaci dell’area compresa nell’ATO3, con una improvvisa accelerazione hanno deciso di acquisire le quote dell’impianto di Tufino e di avviare la procedura per l’affidamento dell’impianto a una società mista, con l’ingresso di un privato al 49%. È un atto che rimette completamente in discussione l’assetto del ciclo dei rifiuti, in un modo che peraltro aumenta la confusione e la frammentazione del sistema a scapito dei cittadini“. É quanto afferma, in una nota, Raffaele Paudice, della segreteria Cgil Napoli e Campania, lanciando l’allarme sulla gestione del sistema idrico, del trasporto pubblico locale e dei rifiuti a Napoli e in regione.

“In Campania – precisa Paudice – c’è bisogno di integrare i soggetti che operano nel ciclo, di valorizzare le esperienze pubbliche, di costruire cicli industriali, di finanziare e promuovere la costruzione degli impianti di cui questa regione ha bisogno per uscire dal perenne stato di emergenza. Si percorre invece la direzione opposta, si sceglie di smantellare un soggetto pubblico e si svende una delle parti più lucrose e appetibili del ciclo dei rifiuti. Invece di puntare alla razionalizzazione del sistema e alla completa attuazione di quanto previsto dalla legge di riordino che essa stessa ha approvato nel 2015, la Regione Campania in questi anni si è impegnata a frammentare ulteriormente i distretti idrici e come ultimo atto a bandire una gara che, dietro lo slogan della presunta sovranità idrica della Campania, sancisce l’ingresso dei privati nella gestione anche degli impianti adduzione primaria“.

La revisione degli ambiti portata avanti a livello regionale negli ultimi anni – sostiene Paudice – ha ulteriormente parcellizzato il sistema idrico integrato. Tale azioni unilaterali stanno neutralizzando la scelta e gli effetti del referendum del 2011 sul quale tanti cittadini campani si sono espressi. Infine, con le gare ormai avanzate nel trasporto pubblico locale, c’è il rischio concreto che le società private subentrino anche nella gestione del trasporto su gomma, prima nell’ambito suburbano del Comune poi all’interno della città stessa, il tutto mentre il Comune paventa l’ingresso di soggetti privati anche nella gestione del patrimonio immobiliare della città“.

“Stiamo assistendo – conclude Paudice – alla svendita ai privati degli asset e dei beni pubblici del nostro territorio, con i costi e gli oneri della gestione dei servizi lasciati alle aziende pubbliche e la remunerazione degli investimenti ai privati, spezzettando il sistema, per fare cassa senza creare efficienza con un ritorno alle vecchie logiche clientelari. La Cgil si oppone fermamente a questa evidente strategia di smantellamento del sistema pubblico e – conclude – difenderà in tutti i luoghi gli interessi dei cittadini, dei lavoratori e del territorio che non possono diventare occasione di arricchimento per pochi”.