“Partendo dalla piattaforma ‘Belle Ciao’ ci batteremo affinché ci siano tra uomini e donne pari opportunità nel lavoro e parità nelle retribuzioni. Vogliamo un paese senza disuguaglianze”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo all’assemblea delle donne della Cgil Campania che si è svolta presso la Digita Academy dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio. “La Campania – ha precisato Ricci – anche in questi contesti è maglia nera: la disoccupazione femminile è in doppia cifra, i fenomeni di stalking sono sempre più diffusi. Pensavamo che il part-time potesse essere una soluzione per il lavoro femminile, ma anche questo strumento non genera i risultati sperati”.

“C’è ancora da fare moltissimo – secondo Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil – perché la condizione delle donne, sia dal punto di vista occupazionale e salariale, ma anche di vita, nel nostro paese non sta migliorando. Siamo al 114imo posto della classifica del Word Economic Forum per la partecipazione alla vita economica del Paese. Quindi siamo uno degli ultimi paesi del mondo, non solo d’Europa. C’è un divario retributivo ancora importante, del 17% nel settore pubblico e del 25% nel settore privato, perché anche i nuovi contratti che riguardano le donne sono precari, spesso in part-time involontario. Poi c’è il dato drammatico di una donna vittima di femminicidio ogni tre giorni. E queste condizioni sono legate, perché in assenza di autonomia economica le donne non possono autodeterminarsi e scegliere. Quindi dobbiamo provare, attraverso lo strumento più importante che abbiamo che è quello della contrattazione, di migliorare la condizione di vita e di lavoro delle donne”.

“Questa – ha affermato Cinzia Massa, della segreteria Cgil Napoli e Campania, introducendo il dibattito – è un’assemblea che ascolta le donne, le lavoratrici, le studentesse, le pensionate. Ci troviamo in un territorio complicato, come quello di San Giovanni, ma in un’Università simbolo di innovazione. Attraverso la contrattazione dobbiamo chiedere che ci siano migliori condizioni di vita e di lavoro delle donne, che ci siano più servizi, che ci sia un welfare che possa aiutare le donne a trovare e a svolgere un lavoro a tempo pieno. E che le donne vengano assunte e possano fare carriera, quindi occupare post apicali. Cosa che oggi non accade”.