“Le organizzazioni sindacali non sono assenti o silenti nel dibattito pubblico sulla lotta alle mafie in Italia e, in particolar modo in Campania. A confermarlo sono la partecipazione alla gestione di due beni confiscati in Campania, il contrasto alle infiltrazioni criminali negli appalti ospedalieri, con la costituzione di parte civile nel processo che coinvolge l’ospedale San Paolo di Napoli, l’impegno quotidiano nel denunciare le situazioni di illegalità nei luoghi di lavoro”. É quanto afferma il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.

“Le iniziative al fianco del mondo dell’associazionismo, delle scuole, della magistratura, sui temi della formazione e della sicurezza sul lavoro – ricorda Ricci – si sono moltiplicate nel corso degli ultimi tempi, segno di un legame ormai consolidato con una parte importante della società civile. Appena qualche mese fa, in collaborazione con la Dia abbiamo presentato la relazione semestrale delle attività in Campania. Il 29 aprile scorso, con Cgil e Flai Cgil Nazionale, Libera e Alpaa abbiamo promosso a Scafati una manifestazione nazionale dal titolo emblematico ‘La legalità ha radici profonde’, in solidarietà alle attiviste e agli attivisti del Fondo agricolo Nicola Nappo di Scafati, in provincia di Salerno, destinatario di un importante finanziamento del Pnrr e per questo, con molta probabilità, finito di nuovo all’attenzione della camorra. Da tutta Italia hanno risposto all’appello lanciato da Maurizio Landini e don Luigi Ciotti, a sfilare in corteo per le strade della città per far levare forte la voce di chi ogni giorno si impegna sul campo”.

“Sono queste – precisa Ricci – alcune azioni che da tempo come Cgil portiamo avanti in Campania nel contrasto alle mafie, spesso nel silenzio della politica e delle istituzioni, che dovrebbero dimostrare maggiore sensibilità su un tema centrale nella vita democratica del nostro Paese. Siamo convinti che si possa e si debba fare sempre di più. Per questo concordiamo con le parole del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che ieri a Napoli, ha evidenziato come ad essere malato sia contesto economico”.

“Per questo – conclude Ricci – è necessario adesso immaginare con quale difficoltà, in questo contesto appunto, noi proviamo ad organizzare lavoratrici e lavoratori. Siamo disponibili a discuterne apertamente, senza steccati ideologici e politici, e invitiamo il procuratore ad avviare una discussione su questi temi, come abbiamo fatto in altri territori di questa regione, ad Avellino come a Benevento, dove i procuratori Domenico Airoma ed Aldo Policastro, ci hanno raccontato un contesto in cui le mafie stanno diventando endemiche”.