“É necessario che si dia il via libera allo sblocco delle risorse nel settore delle costruzioni, che nei mesi di giugno e luglio ha mostrato un preoccupante rallentamento delle attività. A settembre tantissimi cantieri non hanno ripreso le attività, le Casse Edili ci consegnano un dato di preoccupante flessione: un’azienda su quattro non ha riaperto i cancelli e naturalmente tutto è legato al flusso economico che il settore sta scontando a seguito del blocco degli aiuti per quanto riguarda il superbonus. Il decreto dovrebbe ridare ossigeno alle piccole aziende affinché possano riprendere l’attività produttiva”. Lo ha detto il segretario generale della Fillea-Cgil Campania, Vincenzo Maio, aprendo i lavori dell’assemblea generale della categoria che si è svolta presso la Fondazione Figli in Famiglia a San Giovanni a Teduccio.

“Continua – ha precisato il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – il ciclo di assemblee per confrontarci con i nostri iscritti, con i lavoratori, con la cittadinanza. Crediamo che il momento sia difficile, la nostra regione è in ginocchio, solo 4 occupati su 10, povertà che tocca il 10%. Il piano del presidente De Luca, che punta ad aiutare le imprese e le famiglie – secondo Ricci – è un primo passo, ci aspettiamo una convocazione per entrare nel merito e vedere se ci sono margini per un intervento più strutturale, che guardi alle difficoltà dei prossimi mesi. La soluzione della crisi, ad di là del risultato elettorale, non è dietro l’angolo”.

“Quella che oggi attraversa il settore – ha affermato Graziano Gorla, segretario nazionale Fillea concludendo l’assemblea – è  una crisi dovuta a carenza di manodopera. Non possiamo abbassare la guardia su problemi come il consumo di suolo, il futuro della rigenerazione del nostro Paese, la messa in sicurezza del territorio dai tanti rischi e dalla vulnerabilità, compresa tutta la questione relativa agli interventi sul superbonus, sui quali il Parlamento sta trovando una soluzione, per evitare che i crediti che erano incagliati mettessero in difficoltà migliaia di imprese e quindi anche di lavoratori”.