“Tutti i grandi dirigenti della nostra organizzazione hanno avuto come comune denominatore la loro contemporaneità a distanza di anni e Claudio Sabattini non sfugge a questa capacità, dal momento che ha saputo guardare, con grande anticipo sui tempi, le condizioni economiche e sociali in cui ci saremmo poi trovati”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, nel corso della presentazione del libro “Una vita in movimento” di Gabriele Polo, dedicato all’ex leader della Fiom, Claudio Sabattini.
“Tra i suoi valori importanti – ha aggiunto Ricci – voglio ricordare l’autonomia interna ed esterna del sindacato, quella nei confronti della politica e il valore della rappresentanza. Sabattini era un dirigente sindacale che ascoltava tutti, che aveva una grande capacità di stare tra i lavoratori e le lavoratrici e che soprattutto puntava ad un un sindacato che fosse presente nella base, nel territorio, ma anche in grado di dare ascolto e forza alle rivendicazioni. Sabattini è stato – ha concluso Ricci – anche un grande protagonista del conflitto sociale che per i diritti e per le rivendicazioni ha fatto battaglie, ha fatto scelte e ha portato la Fiom, in quegli anni, ad essere l’antagonista vera rispetto al mondo delle imprese e alle politiche del governo”.
“É la storia – ha spiegato l’autore Gabriele Polo – di una persona che ha scelto di fare il sindacalista, dopo essere stato un dirigente del Partito Comunista, perché credeva che il sindacato fosse il luogo più utile per l’emancipazione ed il miglioramento le condizioni di vita dei lavoratori. Sabattini ha fondato tutto il suo percorso su alcune architravi: la democrazia, come rapporto coi i lavoratori ma anche come metodo di lavoro, l’indipendenza e l’autonomia del sindacato dai partiti e dalle aziende e la centralità del conflitto tra capitale e lavoro come motore della storia”. “Su questo – ha concluso Polo – ha fondato tutta la sua strategia. La Fiom di oggi è anche il prodotto degli anni di Claudio Sabattini”.
“L’insegnamento che ha lasciato Sabattini – ha sottolineato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma – è uno: il sindacato deve essere autonomo, indipendente, democratico e deve essere in grado di contrattare nel rapporto con le delegate, con i delegati e con i lavoratori. Nel segno di Claudio Sabattini continueremo ad essere i metalmeccanici che con la loro storia hanno poi dopo realizzato obiettivi di carattere generale per il resto del paese e per tutto il sindacato”.
“Parlare della vita di Claudio Sabattini – secondo Antonio Bassolino – fa venire in mente tanti ricordi della nostra vita. Non è stato solo un grande sindacalista, ma anche un intellettuale, un dirigente del movimento degli studenti a Bologna, un uomo curioso che cercava di capire ciò che si muoveva nel mondo. In questo senso, ha avuto anche una grande attenzione per i nuovi movimenti giovanili che abbiamo avuto anche negli anni ’90. La sua lezione è questa: la sinistra deve avere le sue radici nel mondo del lavoro”.